Recensione de La gabbia invisibile nel blog Libro-Mania

Ringrazio Nicoletta per la bella recensione, che riporto di seguito, de La gabbia invisibile nel blog Libro-Mania.

http://www.libro-mania.com/la-gabbia-invisibile/

La gabbia invisibile

Autore: Stefano Baldoni
Categorie: Letteratura d’Avventura, Letteratura Gialla, Letteratura Sci-Fi, Libri di Esordienti
Recensione scritta da: Nicoletta Stecconi

Valutazione libro: (Media: 9.0/10 – Voti: 4)

Gabbia invisibile BaldoniSette individui, sei uomini e una donna accettano di partecipare alla fase sperimentale di un nuovo gioco di ruolo virtuale, un gioco all’avanguardia che segna il passaggio a una nuova era tecnologica nel campo dei videogiochi . Due di loro, Alessandro e Adriano sono direttamente impiegati anche nella parte informatica, essendo programmatori della società che se ne occupa, la Star&Shine Software. L’amministratore delegato Emanuele Ghilardi e lo psichiatra Dottor Anselmi guidano l’esperimento con direttive precise e controlli medici a livello psico-fisico. Nel romanzo d’esordio di Stefano Baldoni ‘La gabbia invisibile’, però, nulla è come sembra. Il racconto si apre con il suicidio di uno dei giocatori, Fabio Boschetti, e l’entrata in gioco dell’investigatore Fegiz che, insieme alla vedova di Fabio, si troverà nella necessità di indagare, al di fuori di ogni via ufficiale, sull’intricata rete di connessioni tra gli eventi che si susseguono ad un ritmo incalzante e la società Star&Shine Software, dietro la quale si nascondono alti poteri occulti. Veramente interessante l’idea portante del romanzo, dove gli intrighi e la trama complottistica rappresentano una profonda metafora della condizione politica e sociale del mondo contemporaneo, nel quale le parole dell’autore ben rappresentano lo stato di torpore in cui risulta ormai incastrata un’umanità sempre più vittima di se stessa, e dove l’unica salvezza è rappresentata dalla Fuga da se stessi: … Le oppressioni sono tante, troppe, viviamo in un mondo dove è qualcuno a decidere per tutti. L’ignoranza è la culla in cui dormire, riposare, dimenticare. Quando le domande diventano troppe e senza risposata è meglio girarsi dall’altra parte, fare finta che non ci sia alcuna domanda … … La nostra società si divide in greggi e pastori. Il gregge è la massa, il popolo. Il pastore deve essere abile a dirigere il gregge secondo leggi rigorose, ma non deve mai dimenticare di fare delle piccole concessioni … Molto bravo l’autore nella trasposizione dei personaggi che si alternano nel racconto ad un ritmo veloce e accattivante, svelando man mano gli aspetti più reconditi delle proprie personalità. Un romanzo che si legge d’un fiato, ricco di spunti  filosofici e gerghi informatici, scritto bene e dispensatore di rivelazioni che fanno riflettere. Peccato per il finale che, a mio avviso, si stacca dal resto della trama avvicinandosi al thriller, con accadimenti un po’ troppo rocamboleschi. Avrei preferito che si lasciasse più spazio all’interpretazione del lettore, magari giocando di più sulla possibilità che veramente tutto ciò che è simulazione possa rappresentare veramente la realtà o viceversa, in modo che la domanda posta sulla copertina (Credi davvero di essere libero?) rimanga per sempre un dubbio. E anche voi, affezionati lettori di Libro-mania, credete davvero di essere liberi?

La gabbia invisibile, 9.0 out of 10 based on 4 ratings

Recensione de La gabbia invisibile nel blog La Contorsionista di Parole Book Blog

Un’altra bella recensione de La gabbia invisibile ad opera di Veronica nel blog La Contorsionista di Parole Book Blog

http://francescast84.blogspot.it/2013/07/la-gabbia-invisibile-recensione.html

Riporto di seguito il testo:

21 luglio 2013

La gabbia invisibile di Stefano Baldoni [recensione]
LA GABBIA INVISIBILE
di
Stefano Baldoni
Editore: Greco&Greco
Pagine: 314
ISBN: 9788879806978
Prezzo: € 12,50
Il commissario Fabrizio Fegiz esamina una scena del delitto che vede il ritrovamento del corpo di Fabio Boschetti, con la gola tagliata e un biglietto d’addio a testimoniare la sua volontà d’essersi suicidato.
Questa versione non convince, ma il commissario è costretto ad archiviare ufficialmente il caso e a convocare la moglie, Elena Paci, per renderla al corrente di sviluppi e conclusioni.
Fabio partecipava da qualche tempo al gruppo di simulazione di una realtà virtuale all’avanguardia, in grado di rivoluzionare il panorama dei videogiochi. Al progetto, gestito dalla compagnia Star&Shine Software, prende parte un gruppo di dieci elementi, coinvolti in tre tappe del gioco di ruolo. La simulazione prevede, inoltre, l’assunzione di farmaci e un’attività di controllo della mente, più precisamente dei sogni. Da attività solitaria, l’esperimento ha l’obiettivo di inserire contemporaneamente le identità fittizie dei giocatori in una unica.
I punti interrogativi si fanno strada e tutto non è come sembra, a partire dagli organizzatori dello stesso esperimento di realtà virtuale, manovrati da persone molto più in alto di loro e disposte a tutto pur di portare a compimento il lavoro.
A indagare sulla vicenda sono la stessa moglie di Fabio, la psicologa Elena, e ill commissario Fegiz: insieme scoprono la vita parallela di Fabio, condizionata da fobie inquietanti, delle quali Elena non si era mai accorta.
Originale l’idea di fondo del romanzo d’esordio di Stefano Baldoni: l’autore immagina un gruppo di dieci persone, vere e proprie “cavie”, le quali devono testare una realtà virtuale futuristica, che nasconde un segreto terribile. Le loro vite sono costantemente in pericolo, ma loro non lo sanno: credono di partecipare a un progetto come un altro, che ha dalla sua caratteristiche innovative degne di considerazione.
Affascinante l’idea di manipolazione dei sogni: portare i “giocatori” a sognare solo quello che i progettisti vogliono, al fine di controllare la loro esistenza in quella che sarà la vita reale.
Non siamo di fronte a un semplice thriller, ma a un romanzo che affronta in maniera puntuale, ma mai troppo articolata, tutta una serie di temi: dall’uso delle nuove tecnologie nella sperimentazione di una realtà virtuale, al controllo delle menti e dei sogni, fino alle ragioni che possono spingere a sacrificare l’altro per ottenere sempre più potere.
Il livello di suspence è palpabile, sempre di più quando si entra nel vivo della narrazione: l’incipit è già invitante e accompagna il lettore dentro una trama che non è rivolta solo agli appassionati di videogiochi (anche perché mi avrebbe persa in partenza).
Peccato per la scarsa caratterizzazione di alcuni personaggi, che impedisce di entrare in piena sintonia con loro. Nel complesso, un romanzo coinvolgente, scritto in maniera semplice e lineare. Consigliato!
Veronica

La leggenda del vento – Stephen King

La leggenda del vento - Stephen KingVoto: 6,5

Titolo: La leggenda del vento

Autore: Stephen King

Genere: Fantasy

Editore: Sperling & Kupfer

Consigliato: A chi NON ha letto i romanzi della serie La Torre Nera

 

TRAMA ORIGINALE

Lo starkblast è una tempesta di violenza inimmaginabile, un vento gelido che trasforma in statua di ghiaccio tutto ciò che trova sulla sua strada. Quando lo starkblast infuria, solo tre cose possono salvarti: solide pareti, un focolare, una buona storia per scaldare il cuore nella notte paurosa. E se il narratore è Roland il pistolero, uno dei più grandi personaggi creati da Stephen King, il racconto è pura magia della pagina che si anima e prende vita. Sorpresi dalla tormenta durante il cammino, Roland e i suoi compagni trovano rifugio in uno spettrale villaggio abbandonato. Qui, barricati nell’unico edificio sicuro, aspettano l’alba ascoltando affascinati ben due storie, l’una racchiusa nell’altra come scatole cinesi. La prima è un drammatico episodio della giovinezza di Roland: un tempo, il padre lo mandò ai confini del territorio ad affrontare uno skin-man, un mutante capace di trasformarsi in un orribile essere animalesco che mangia carne umana e che già ha lasciato una lunga scia di sangue. La seconda è la vicenda fantastica che, in quell’occasione, in una notte altrettanto infernale, Roland – ancora un ragazzo lui stesso – raccontò al piccolo Bill, l’unico testimone di una di quelle stragi. Mentre l’assassino si aggirava nell’ombra e raffiche polverose frustavano ululando le mura di pietra, Roland, per fare coraggio al bambino, ritrovò ricordi sepolti nella memoria. Una fiaba che l’aveva cullato tanto tempo prima la sera, tratta dai Racconti magici dell’Eld, e usata da sua madre per farlo addormentare: la storia di Tim Stoutheart è un tesoro senza tempo che vive per tutti noi. Una vera leggenda. Stephen King rivisita la serie-capolavoro della Torre Nera con questa splendida digressione e fa l’en plein. I fan della saga vi riconosceranno i personaggi e le atmosfere indimenticabili, e i nuovi lettori potranno godersi un’opera avvincente e autonoma dove ritrovare tutta la magia di un grande narratore.

 

Quando, per puro caso, in libreria ho preso in mano il libro e letto “un romanzo della Torre Nera” mi era venuta l’acquolina in bocca. Ho amato Roland Deschain e il suo ka-tet, ho divorato i sette libri della serie e mi aspettavo grandi cose da questo nuovo episodio della saga. Cronologicamente collocato tra il quarto e il quinto episodio (La sfera del buio e I lupi del calla), La leggenda del vento è in realtà uno spin-off, due storie intrecciate una dentro l’altra, che Roland racconta ai suoi compagni di viaggio al riparo di una vecchia costruzione abbandonata, davanti al fuoco, mentre fuori infuria lo starkblast, una tempesta gelida che distrugge tutto ciò che incontra.

 

Nelle prime pagine si respira aria di medio-mondo, si ritrovano i tratti principali dei personaggi che hanno reso epica la serie, si ha la sensazione che durante la narrazione verremo a sapere cose nuove su Roland, Jake, Susannah, Eddie, ma non sarà così. La prima storia che Roland racconta davanti al fuoco è la storia dello Skin-man, un mutante che si nutre di carne umana, con cui Roland ha avuto a che fare durante la sua giovinezza. La seconda è una storia nella storia e dà il titolo al romanzo: La leggenda del vento. Il giovane Roland la racconta a un bambino, il piccolo Bill, l’unico superstite dell’ennesima strage compiuta dallo Skin-man. È la storia del piccolo e coraggioso Tim, che per salvare la madre dalla violenza del patrigno, abbandona la sua casetta e si inoltra nella Foresta Infinita. Tim, su consiglio di un losco figuro venuto da Gilead, che tanto ricorda l’Uomo in Nero, è alla ricerca del leggendario mago Maerlyn, per ottenere da lui una cura per sua madre, privata della vista dalla violenza del marito.

 

La capacità di King di creare ambientazioni suggestive è ben nota e certamente si apprezza anche in questo romanzo, ma l’impressione è che il “Re” stavolta non si sia impegnato più di tanto. La seconda storia è molto carina, attraverso il giovane Tim scopriamo luoghi e atmosfere fantastici; lungo il viaggio ne apprezziamo le paure, le speranze e la capacità di stupirsi tipiche di un bambino. La prima storia invece, quella dello Skin-man, non lascia il segno: si riconoscono le atmosfere del medio-mondo, ma non si fa apprezzare per originalità. In più devo dire che ho fatto fatica a riconoscervi il giovane Roland.

 

Nel complesso il romanzo è più che godibile, ma credo che gli appassionati della serie potrebbero rimanerne delusi. A livello di contenuti si aggiunge poco o nulla a quanto già si conosceva dei personaggi principali, se si esclude una rivelazione sulla madre di Roland nel finale. Paradossalmente penso che potrebbe essere apprezzato di più da chi non ha ancora letto gli altri romanzi della Torre Nera.

 

Eclissi – Francesco Mastinu

Eclissi - Francesco Mastinu

Voto: 8,5

Titolo: Eclissi

Autore: Francesco Mastinu

Genere: Drammatico / Sentimentale

Editore: Lettere Animate, 2012

Collana: Raccontando

Consigliato: SI

 

TRAMA ORIGINALE

L’Eclissi è il buio, il mare silenzioso del dolore.
Riccardo sa che si tratta del suo stato di sopravvivenza, per ovviare a quei ricordi che non osa riportare alla luce, ma a cui non può sfuggire.

Italia, giorni nostri:Riccardo e Alessandro, un incontro che si trasforma in un colpo di fulmine. In un resoconto che dura dieci anni, Riccardo ripercorre la loro vita insieme, dall’innamoramento alla convivenza e ai compromessi dell’età adulta.
Fra contrasti, l’assenza e il desiderio di riscatto, la loro storia verrà messa a dura prova. Un percorso doloroso e toccante, nel quale Riccardo dovrà fare i conti con le illusioni e le scelte compiute, in un passato dove l’amore, a
volte, rimane l’unica via possibile, ma che da sola non può bastare. Un ritratto accorato, che ci insegna cosa significhi per due persone, ancora oggi, amarsi senza avere tutela del loro legame.

 

A chi ha capito che l’amore non è mai “diverso”.
Comincio la recensione citando la frase che l’autore stesso ha scelto come dedica. Quel diverso virgolettato è una delle chiavi di lettura del testo.  Eclissi è la storia d’amore tra due uomini, il giovane Riccardo e il maturo Alessandro. Come molte altre storie, è fatta di passione, complicità, incomprensioni, tradimenti e abbandoni, gioie e lacrime. È la storia d’amore tra due persone, prima che tra due persone dello stesso sesso: l’autore riesce a far dimenticare, semmai ce ne fosse stato il bisogno, il sesso dei protagonisti lungo lo scorrere delle pagine. Ci pensa la vita, purtroppo, a ricordarcelo: genitori che non sanno accettare, l’ignoranza della gente, il problema delle unioni civili e i diritti non riconosciuti.
Perché la diversità è solo negli occhi di chi guarda e giudica.

 

Per poter essere il più possibile obiettivo, devo dividere la recensione in due parti.
Nella prima voglio considerare la storia in se stessa, i contenuti, lo stile, la trama. Nella seconda invece voglio considerare il messaggio che porta con sé questo romanzo.

I miei più sinceri complimenti all’autore: è riuscito a intrecciare in maniera magistrale una trama di per sé più che inflazionata. Il lessico e la forma sono impeccabili, la lettura è sempre piacevole. Al lettore arrivano carezze dirette all’anima, veicolate dalla sensibilità di Riccardo, che trascendono l’empatia, fino ad arrivare ad una vera e propria compartecipazione emotiva, come se chi legge fosse un amico reale del protagonista.
Unico difetto è forse l’egocentricità della struttura: si può dire di conoscere tutto di Riccardo come persona, ma non il suo contesto sociale. La vita lavorativa è solo accennata, approfondita lievemente solo per finalità utili alla trama (il viaggio in Spagna). La psicologia stessa di Alessandro, coprotagonista, è poco più che accennata e sempre e solo funzionale alla trama.
Perfetto invece l’uso della prima e della terza persona, per non parlare della seconda: raramente l’ho apprezzata come in questo romanzo.
L’inganno finale è una stilettata al lettore: mi ha strappato più di una lacrima. Personalmente mi ha lasciato un nodo in gola che perdura anche dopo aver terminato la lettura. Perché inaspettata, atroce e drammatica.

Veniamo al messaggio: una pugnalata mortale al cuore della discriminazione e dell’ignoranza. Una rivendicazione urlata in maniera educata e gentile, che spero possa arrivare più lontano di tanta propaganda demagogica senza costrutto. Il dolore del protagonista per i suoi diritti non riconosciuti è una protesta gentile, ferma, forte e coraggiosa. Il romanzo ha tutte le carte in regola per diventare messaggio di utilità sociale.

Rinnovo i complimenti all’autore, per un esordio che già manifesta una matura capacità narrativa e lascerà certamente il segno.

Recensione de La gabbia invisibile nel blog Le pagine di Sharma e QLibri

Una nuova, bella recensione de La gabbia invisibile ad opera di Sharma, presente nel blog della stessa autrice Le Pagine di Sharma e nel portale QLibri

http://lepaginedisharma.it/la-gabbia-invisibile/

http://www.qlibri.it/narrativa-italiana/gialli,-thriller,-horror/la-gabbia-invisibile/

Riporto di seguito il testo:

La gabbia invisibile

Scritto il da 

La trama della Gabbia invisibile apparentemente sembra complicata per le tante voci che lo compongono, in realtà risulta immediata e facile nell’entrarci.

Siamo in Italia , oggi, circa dieci persone partecipano ad un progetto scientifico virtuale che dovrebbe dare vita ad un nuovo modo di concepire e vivere i videogiochi , il gioco dei ruoli.  Mediante simulazioni prima guidate e poi solitarie in casa propria, sono vari livelli di preparazione e addestramento. Le persone vengono sottoposte  anche somministrazione farmacologica non autorizzata affinché si possa arrivare oltre, non scegliersi solo una nuova identità virtuale ma poter confluire tutti nella medesima realtà, contemporaneamente. Un progetto ambizioso portato avanti da una grossa società di software, la Star&Shine.

Ma le cose non stanno affatto così, questa società è manovrata molto in alto da un potere politico e governativo, le motivazioni non sono quelle di creare un nuovo videogioco ma quello si far soggiacere alla volontà di un singolo, di un potente più persone possibili, renderli seguaci sostenitori contro la loro volontà mentale, formare degli automi ma che pensino di se stessi di essere liberi. Ma le simulazioni e le somministrazioni di farmaci cominciano a dare dei problemi, un primo uomo si suicida (o viene ucciso?) senza motivazione apparente, un secondo uomo verrà colto da infarto. Cosa sta accadendo realmente che la Star&Shine non aveva previsto? Cosa gli sta sfuggendo di mano? Perché tra le cavie, perché di fatto sono queste, è stato introdotto sotto falsa identità un killer? Perché immettere un virus nel programma all’insaputa degli stessi programmatori? A chi risponde questo killer? Perché le persone in maniera diversa continuano a sentirsi male con disturbi della percezione della realtà? Su tutte queste domande iniziano ad indagare il commissario Fegis ed Elena, la moglie del presunto uomo suicida, per loro, da subito, è parso chiaro che le carte sul tavolo non c’erano tutte, qualcuno stava barando! Si viaggia in maniera onirica tra realtà e realtà virtuale. Chi dei due avrà la meglio?

Consigliato per un profondo ed interessantissimo messaggio che aiuta a riflettere. Vero non vero, siamo pilotati, dal cibo, dalle cose?  se sì, da chi? e per quale scopo? Per quello che ci racconta l’autore rispondere potrebbe alienarci!

Romanzo ben fatto con ottimi colpi di scena, ci lega fino alla fine.Se si deve per forza trovare una pecca lo considero un po’ troppo articolato, fa perdere la concentrazione nel fluire della narrazione, ma è una piccola sciocchezza considerato che è una bella opera prima! Promosso a pieni voti!

“E cosa deve fare il buon pastore per riuscire a mantenere il controllo? Allargare i confini del pascolo, creare fonti di sfogo alternative, manipolare le informazioni, distogliere l’attenzione dalle cose più importanti e dirottarle su cose di poco conto. In altre parole, agire come un prestigiatore: far vedere cose che in realtà non ci sono e non mostrare la realtà delle cose.”

 

Recensione de La gabbia invisibile nel blog Writer’s Dream

Nuova recensione de La gabbia invisibile, ad opera di Matthew Swift nel blog Writer’s Dream.

http://www.writersdream.org/forum/topic/17269-la-gabbia-invisibile-stefano-baldoni/

Riporto di seguito il testo.

baldoni__gabbia.jpg

Titolo: La gabbia invisibile

Autore: Stefano Baldoni

Editore: Greco&Greco

ISBN: 978-88-7980-697-8

Formato: cartaceo

Prezzo: 12,50€

Numero pagine: 312

 

 

Disclaimer #1 – Questa non è assolutamente una recensione. Io sono negato a scriverne, ho come un meccanismo intrinseco al mio essere che me lo impedisce. Più che come una recensione, vedete questo thread come un insieme per nulla omogeneo di impressioni.

Disclaimer #2 – Sapete quelle persone in grado di recensire di tutto senza mai dire una parola di troppo sulla trama, sui colpi di scena e sul finale? Ecco, dimenticatevele. Io non riesco a parlare di un’opera senza infilare spoiler dopo spoiler (ovvero rivelazioni, per quelli che non masticano l’inglese). Perciò siete avvertiti, ci saranno spoiler a iosa, a partire da subito. D’altronde questa non è una recensione, quindi perché seguire le regole delle recensioni, giusto?

Trama
La gabbia invisibile ruota attorno alla Star&Shine Software, un’azienda italiana (la migliore del paese, a quanto si evince dal libro) produttrice di software videoludici. La Star&Shine Software è stata incaricata dal governo di sviluppare il Progetto, all’apparenza un sistema di gioco di ruolo virtuale, ma dietro al quale si cela il tentativo di influenzare i giocatori a comprare determinati beni. Il Progetto è in fase sperimentale e come “cavie” abbiamo dieci Giocatori (di sesso, occupazione ed età diverse) ai quali vengono somministrati farmaci con effetti collaterali da non prendere alla leggera. I Giocatori sono anche tenuti a collegarsi a degli elettrodi, la notte, e riportare su un quaderno alla mattina presto ciò che hanno sognato.
Uno di questi, Fabio, viene trovato morto all’inizio del romanzo. Per il commissario Fegiz si tratta di omicidio, ma non fa in tempo a rendersene conto che i suoi superiori gli fanno pressione affinché bolli il tutto come suicidio. A Fegiz ciò non va giù e a poco a poco fornisce indizi ad Elena, la vedova di Fabio, affinché scopra la verità.

Un altro Giocatore viene ritrovato morto a distanza di qualche mese e le cose precipitano quando Roberto, un ex militare che sotto l’identità di Walter lavorava al Progetto, smette di prendere ordini dal direttore della Star&Shine Software e rapisce Luca, anch’egli un Giocatore. Luca è l’unico dei dieci, infatti, a essere immune ai condizionamenti del gioco. Il perché è dovuto a un incidente avvenuto un paio d’anni addietro, cosa che Roberto non sa ma che farà di tutto per sapere.

Impressioni generali sul libro
La gabbia invisibile è un libro che si fa leggere. Lo collocherei appena sopra la media, ma non oltre.

Il narratore è esterno al racconto e onnisciente. Questo non sarebbe un male, se solo venisse tenuto un po’ sottocontrollo. Non ho nulla col descrivere le impressioni di più personaggi alla volta quando si trovano nello stesso luogo (anche se il salto da una mente all’altra può dare il mal di testa), ma ho trovato fastidioso lo stare accanto a un personaggio nel punto X e poi, appena formato un numero di telefono, venire catapultato accanto a un altro personaggio nel punto Y e tornare subito dopo al personaggio iniziale. Oltretutto, il narratore onnisciente ha tolto un bel po’ di suspense, dato che il lettore sa quasi tutto di tutti, entrando e uscendo dalle loro teste senza problemi.

Onestamente non sono riuscito a connettermi con nessun personaggio, certi non approfonditi abbastanza, altri mostrati come costruiti attorno a una sola idea (la fissa di Adriano per l’ex; i dubbi di Luca sul futuro della relazione con Monica; ecc.). Sono però riuscito a odiarne alcuni.
Luca è uno dei personaggi più odiosi che abbia incontrato negli ultimi mesi. Quando verso il finale viene rapito e legato da Roberto, non fa che domandare “Che cosa?” “Perché?” “Che cosa?”. Fossi stato io l’assassino l’avrei ucciso da un bel po’.
Roberto è il solito orfano preso e trasformato dall’esercito in un super soldato assassino, ma che poi s’ammoscia quando deve uccidere un bambino che gli ricorda se stesso. Che poi, okay che nel governo ci sono persone sentimentali che a Roberto ci tengono, però non mi sembra tanto intelligente dargli soldi, donne, immobili e quant’altro dopo che è diventato inutile. Toglierlo di mezzo sarebbe stata la cosa più sensata da fare.
Elena che non sa quello che vuole. Fegiz cerca di farle capire cos’è accaduto a Fabio e lei gli domanda il perché. Va bene che sei sconvolta, ma non lo vuoi sapere il motivo per cui è stato ucciso tuo marito? Poi capisce di essere attratta dalla verità, ma non smette di lagnarsi.

II direttore della Star&Shine Software è una roccia davanti ai dipendenti e un agnellino quando si tratta di parlare col sottosegretario del ministro. Certo, capisco l’inginocchiarsi e il leccare i piedi per continuare a campare, ma non mi dire che rimani senza parole quando il sottosegretario ti dice qualcosa che tu già sai e dovresti aspettarti.

Quando ho letto inizialmente la quarta di copertina mi aspettavo una trama diversa. Qualcosa del tipo: varie persone attorno al mondo perdono la vita dopo aver giocato a un determinato gioco, un pinco pallino capisce la connessione e inizia a indagare tra cospirazioni e cose varie. Non è quello che ho trovato aprendo il libro; il che non è necessariamente un male, dico solo che avevo un’idea diversa in mente.

In quanto thriller onirico ciò che più desideravo era la componente da thriller. Ovvero, suspense, mistero e colpi di scena imprevedibili. La struttura narrante e il POV onnisciente hanno rovinato gran parte di ciò. Personalmente avrei optato per una narrazione incentrata prevalentemente su Fegiz ed Elena, alternando i loro punti di vista senza mai allontanarmi dalla cosiddetta telecamera sulla spalla. La Star&Shine Software l’avrei lasciata nell’ombra per qualche capitolo, per poi scoprirne un pezzo alla volta, un giocatore dopo l’altro, quelli che sono i capi, il passato del dottore, e così via. Da ciò deriverebbe anche un approccio diverso a quello che è il climax principale, con Roberto e Luca a confronto.

Infine, sulle trecentododici pagine direi che cinquanta si potevano facilmente levare senza nulla togliere alla narrazione.

Impressioni sulla confezione

Amo la copertina 8-bit, è questa che mi ha fatto avvicinare al libro all’inizio. Il formato poi è molto carino e le pagine sono bianchissime! (sì, lo so, considerazione inutile, ma, come dicono gli inglesi, I have a thing per le pagine bianche).

Ora, la mia impressione è che l’editing non sia stato eseguito in maniera approfondita. Ho trovato:
– periodi lunghi e stancanti;
– ripetizioni della stessa parola all’interno del medesimo paragrafo;

– un cambio di temporalità dal passato al presente (e in un caso al futuro prossimo anziché anteriore) che non si può spiegare nemmeno tirando in mezzo il passato storico.

Non ho apprezzato molto la trascrizione delle grida per mezzo della ripetizione delle vocali (ad esempio: “Aiuutooooooo!”

Curiosità: la scelta di scrivere le parti dell’antagonista utilizzando una font diversa (calibri?) è dell’autore o dell’editore? Si può sapere il motivo? Non mi ha dato fastidio, sono solo molto curioso del perché.

Non ho letto nessun altro libro edito da Greco&Greco, però se c’è stata una cosa snervante in La gabbia invisibile è la resa dei dialoghi.

“Dialogo!”.

Ecco, io non vedo il senso per quel punto esterno al dialogo dopo che la frase all’interno delle virgolette è stata già conclusa con un punto normale, di domanda o di esclamazione. Proprio non riesco a capirlo.

Conclusione
Come ho detto verso l’inizio, La gabbia invisibile è un libro che si fa leggere. Buono come opera prima, ma poteva essere migliore, per narrazione e personaggi.