Recensione de La gabbia invisibile nel blog Affari nostri

 

Ecco la prima recensione de La gabbia invisibile ad opera di Nico Donvito nel blog Affari nostri.

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http://affarinostriinformand.blogspot.it/2013/01/la-gabbia-invisibile-stefano-baldoni.html

La stessa recensione è presente anche nel blog paperblog

http://it.paperblog.com/la-gabbia-invisibile-stefano-baldoni-1577138/

 

Riporto di seguito il testo:

“Chiunque si metta in condizione di far dipendere la propria vita dagli altri è destinato a essere schiavo e non merita di vivere. In fondo, forse, sto facendo loro un favore”.

Viviamo una vita reale in cui ciascuno di noi è responsabile delle proprie scelte ed azioni, in cui ognuno è libero di fare tutto ciò che desidera nel rispetto della legge, senza nessun tipo di condizionamento prestabilito.
E se questa teoria non fosse corretta? Se vivessimo in una sorta di Gabbia invisibile in cui le nostre scelte sono in qualche modo condizionate e manipolate?
Queste domande che potrebbero essere considerate un po’ troppo pretenziose e/o fantascientifiche, hanno una sapiente risposta e/o interpretazione nel romanzo di Stefano Baldoni: La gabbia invisibile.
Si tratta del primo romanzo dello scrittore veneziano. Nonostante il debutto, Stefano Baldoni dimostra di sapersi destreggiare abilmente nel genere thriller, intessendo una trama originale, coraggiosa e che cerca di esplorare aspetti della società quotidiana. Elementi che tutti noi, giorno per giorno diamo per scontati, senza rifletterci su e che accettiamo senza la volontà di cercare alternative. Esempio banale può essere la moda del momento, sia intesa come abbigliamento che come consuetudini sociali.
Questa realtà concreta ma al tempo stesso illusoria che fa da base al romanzo è affiancata dal suo alter ego: “la realtà simulata”. Quest’ultima si manifesta pienamente nella virtualità o nei sogni. Sogno in questo caso non inteso come desiderio, ma come fase REM, in cui i sognatori percepiscono suoni e immagini come reali.
All’interno del sogno crediamo di vivere una realtà concreta, molto spesso diversa da quella reale.
In un certo senso similare al sogno sono i videogame. All’interno di questi giochi possiamo essere chi vogliamo (calciatori, killer, manager, guerriglieri, cuochi, musicisti) e vivere un mondo diverso ma percepito in quel contesto come reale.
Simulazione che come il sogno dura poco tempo; entrambi però percepiti diversamente e più intensamente.
Questa sicuramente è una delle chiavi interpretative de La gabbia invisibile, che si esplica concretamente in personaggi e situazioni intriganti ed interessanti.
Il romanzo di Baldoni lo si potrebbe definire un thriller corale, nel quale non c’è un protagonista che spicca sugli altri, ma in cui ogni personaggio è funzionale al sistema.
Strutturalmente il romanzo lo si può scindere in due grossi blocchi, al cui interno ci sono distinti protagonisti.
Il primo è sicuramente attinente al filone investigativo e classico del genere giallo. Una sospetta morte per suicidio di un uomo: Fabio. Una moglie disperata e scossa, la psicologa Elena che non accetta questa realtà propinatagli dagli altri e decide di volerci vedere più chiaro. Ad affiancarla sarà il commissario Fegiz, entrato in polizia per alti ideali e divenuto nel corso del tempo un’altra vittima del sistema, lasciando scorrere la sua vita nel modo meno fastidioso per gli altri ma meno affine ai propri sogni.
Questa sicuramente la parte più reale, più tangibile.
 ignavi
Immagine degli Ignavi descritti ne La Divina Commedia da Dante Alighieri. Gli Ignavi solo coloro che nella loro vita non hanno mai preso nessuna posizione. Per questo motivo sono destinati a restare nel limbo ed essere perseguitati da vespe, seguendo una bandiera.
Gli Ignavi sono più volte citati ne La gabbia invisibile.
A fare da contraltare a questa parte, c’è quella della Simulazione. Un gruppo di individui, tra cui spiccano Adriano, Alessandro, Luca, Monica, Walter e Paolo, decide di partecipare ad una sorta di esperimento. Una simulazione virtuale, in cui attraverso potenti macchine ognuno può vivere un’esistenza parallela; una sorta di videogame, in cui protagonisti sono gli stessi giocatori.
La scelta ludica iniziale, nasconderà oscuri misteri incastonati come un sapiente puzzle. Un gioco di scatole cinesi, in cui ogni enigma ne conterrà all’interno un altro altrettanto complicato.
Ovviamente le due parti sono collegate tra di esse e Baldoni non sembra voglia neanche nasconderlo, evitando un colpo di scena prevedibile.
Infatti sin dal principio sapremo che Fabio, l’uomo che si è suicidato, era un membro di questo gruppo di Simulatori.
Suicidio, omicidio? Cosa si nasconde dietro questo gioco ultra-tecnologico?

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