Titolo: Tre secondi
Autori: Anders Roslung & Borge Hellstrom
Genere: Thriller
Editore: Einaudi, 2010
Consigliato: SI
TRAMA ORIGINALE
Piet Hoffman, nome in codice Paula, è da anni un infiltrato per conto della polizia svedese. Ma Piet è anche un uomo qualunque, che ama sua moglie e accompagna a scuola i due bambini. Per stroncare il traffico di stupefacenti di una mafia dell’Est, è costretto a entrare da criminale in un carcere di massima sicurezza. Ma qualcosa va storto.
A Piet, assolutamente solo, braccato a ogni passo, sembra non essere rimasta scelta. Se vuole proteggere la sua famiglia, deve diventare criminale in tutto e per tutto. Intorno a lui si muovono Ewert Grems, vecchio commissario cocciuto di Stoccolma, poliziotti che si addestrano in America, killer senza frontiera, gangster polacchi all’assalto dell’Occidente, politici spaventati che non esitano di fronte al crimine. Il lato più oscuro della società alza un muro impenetrabile, davanti a un uomo solo, alla sua paura.
Ci sono volte in cui scegliere il libro dalla copertina porta a grandi delusioni. Non è stato il caso di Tre secondi, thriller della strana coppia svedese formata da Anders Roslung & Borge Hellstrom. Giornalista il primo, ex detenuto il secondo, sono ormai considerati tra i migliori scrittori di crime svedesi. Non a torto.
Tre secondi è il tempo tra un ordine e l’arrivo a bersaglio di un proiettile, sparato da un fucile di precisione da una distanza di oltre cinquecento metri. Ma è anche il tempo a disposizione di un detenuto, Piet Hoffman, per salvarsi la vita. Il protagonista, nome in codice Paula, ex delinquente e infiltrato della polizia svedese, dopo essersi guadagnato la fiducia di una organizzazione criminale polacca che opera nel traffico di droga, fa in modo di finire in galera come detenuto per ottenere informazioni sul traffico di stupefacenti nelle carceri svedesi. Una volta dentro, riuscendo a introdurre droga nel penitenziario di massima sicurezza dove è rinchiuso, in breve diventa il miglior pusher della struttura, ma alcuni detenuti vengono a conoscenza del suo doppio gioco. La polizia gli volta le spalle, non riconoscendo il suo ruolo di infiltrato. Si ritrova solo, senza amici e senza copertura, con il carcere a vita come unica alternativa alla morte. Ma potranno tre secondi cambiare il destino di un uomo?
Oltre a un thriller incalzante, un romanzo sociale: dai “guasti” del sistema carcerario svedese, all’uso e abuso di criminali veri come collaboratori di giustizia. Quello che potrebbe sembrare un ossimoro, è spiegato dagli autori stessi in una nota in fondo al testo: “Da molto tempo la polizia utilizza i criminali come talpe e informatori…”, “…la polizia non si fa scrupolo di manipolare registri e verbali. La falsificazione di dati e informazioni essenziali, dunque, è diventata un metodo di lavoro”.
Gli autori sono riusciti a inserire nell’intreccio della trama un’enorme quantità di informazioni sulla vita carceraria e sul sistema penitenziario svedese senza eccedere nel nozionismo. In questo sta, a mio parere, il loro più grande merito: essere riusciti, attraverso un thriller, a raccontare una realtà scomoda a un pubblico esteso. Risultato ben più difficile da ottenere se gli autori avessero optato per un saggio.
Non sono un esperto di letteratura scandinava, ma ne riconosco lo stile asciutto, veloce e senza fronzoli, quasi privo di digressioni psicologiche sui personaggi. Il che sarebbe sicuramente un difetto se la trama non fosse così avvincente. Non è stato necessario provare empatia per Piet per aver voglia di leggere una pagina in più, ero preso dalla scoperta di una realtà, quella carceraria, che non conoscevo per niente.
La descrizione dei tre secondi, punto del romanzo in cui la tensione sale al massimo, esalta le capacità descrittive degli autori. Raramente ho vissuto scene così vivide durante la lettura di un libro. Poco importa che il finale sia, se non proprio scontato, almeno prevedibile: non avrebbe potuto finire diversamente.
Non riesco a trovare grossi difetti in questo romanzo. È vero che i sentimenti e gli stati d’animo dei personaggi non sono mai molto approfonditi, ma posso dire che me l’aspettavo da un thriller scandinavo?