La leggenda del vento – Stephen King

La leggenda del vento - Stephen KingVoto: 6,5

Titolo: La leggenda del vento

Autore: Stephen King

Genere: Fantasy

Editore: Sperling & Kupfer

Consigliato: A chi NON ha letto i romanzi della serie La Torre Nera

 

TRAMA ORIGINALE

Lo starkblast è una tempesta di violenza inimmaginabile, un vento gelido che trasforma in statua di ghiaccio tutto ciò che trova sulla sua strada. Quando lo starkblast infuria, solo tre cose possono salvarti: solide pareti, un focolare, una buona storia per scaldare il cuore nella notte paurosa. E se il narratore è Roland il pistolero, uno dei più grandi personaggi creati da Stephen King, il racconto è pura magia della pagina che si anima e prende vita. Sorpresi dalla tormenta durante il cammino, Roland e i suoi compagni trovano rifugio in uno spettrale villaggio abbandonato. Qui, barricati nell’unico edificio sicuro, aspettano l’alba ascoltando affascinati ben due storie, l’una racchiusa nell’altra come scatole cinesi. La prima è un drammatico episodio della giovinezza di Roland: un tempo, il padre lo mandò ai confini del territorio ad affrontare uno skin-man, un mutante capace di trasformarsi in un orribile essere animalesco che mangia carne umana e che già ha lasciato una lunga scia di sangue. La seconda è la vicenda fantastica che, in quell’occasione, in una notte altrettanto infernale, Roland – ancora un ragazzo lui stesso – raccontò al piccolo Bill, l’unico testimone di una di quelle stragi. Mentre l’assassino si aggirava nell’ombra e raffiche polverose frustavano ululando le mura di pietra, Roland, per fare coraggio al bambino, ritrovò ricordi sepolti nella memoria. Una fiaba che l’aveva cullato tanto tempo prima la sera, tratta dai Racconti magici dell’Eld, e usata da sua madre per farlo addormentare: la storia di Tim Stoutheart è un tesoro senza tempo che vive per tutti noi. Una vera leggenda. Stephen King rivisita la serie-capolavoro della Torre Nera con questa splendida digressione e fa l’en plein. I fan della saga vi riconosceranno i personaggi e le atmosfere indimenticabili, e i nuovi lettori potranno godersi un’opera avvincente e autonoma dove ritrovare tutta la magia di un grande narratore.

 

Quando, per puro caso, in libreria ho preso in mano il libro e letto “un romanzo della Torre Nera” mi era venuta l’acquolina in bocca. Ho amato Roland Deschain e il suo ka-tet, ho divorato i sette libri della serie e mi aspettavo grandi cose da questo nuovo episodio della saga. Cronologicamente collocato tra il quarto e il quinto episodio (La sfera del buio e I lupi del calla), La leggenda del vento è in realtà uno spin-off, due storie intrecciate una dentro l’altra, che Roland racconta ai suoi compagni di viaggio al riparo di una vecchia costruzione abbandonata, davanti al fuoco, mentre fuori infuria lo starkblast, una tempesta gelida che distrugge tutto ciò che incontra.

 

Nelle prime pagine si respira aria di medio-mondo, si ritrovano i tratti principali dei personaggi che hanno reso epica la serie, si ha la sensazione che durante la narrazione verremo a sapere cose nuove su Roland, Jake, Susannah, Eddie, ma non sarà così. La prima storia che Roland racconta davanti al fuoco è la storia dello Skin-man, un mutante che si nutre di carne umana, con cui Roland ha avuto a che fare durante la sua giovinezza. La seconda è una storia nella storia e dà il titolo al romanzo: La leggenda del vento. Il giovane Roland la racconta a un bambino, il piccolo Bill, l’unico superstite dell’ennesima strage compiuta dallo Skin-man. È la storia del piccolo e coraggioso Tim, che per salvare la madre dalla violenza del patrigno, abbandona la sua casetta e si inoltra nella Foresta Infinita. Tim, su consiglio di un losco figuro venuto da Gilead, che tanto ricorda l’Uomo in Nero, è alla ricerca del leggendario mago Maerlyn, per ottenere da lui una cura per sua madre, privata della vista dalla violenza del marito.

 

La capacità di King di creare ambientazioni suggestive è ben nota e certamente si apprezza anche in questo romanzo, ma l’impressione è che il “Re” stavolta non si sia impegnato più di tanto. La seconda storia è molto carina, attraverso il giovane Tim scopriamo luoghi e atmosfere fantastici; lungo il viaggio ne apprezziamo le paure, le speranze e la capacità di stupirsi tipiche di un bambino. La prima storia invece, quella dello Skin-man, non lascia il segno: si riconoscono le atmosfere del medio-mondo, ma non si fa apprezzare per originalità. In più devo dire che ho fatto fatica a riconoscervi il giovane Roland.

 

Nel complesso il romanzo è più che godibile, ma credo che gli appassionati della serie potrebbero rimanerne delusi. A livello di contenuti si aggiunge poco o nulla a quanto già si conosceva dei personaggi principali, se si esclude una rivelazione sulla madre di Roland nel finale. Paradossalmente penso che potrebbe essere apprezzato di più da chi non ha ancora letto gli altri romanzi della Torre Nera.