Titolo: Se ti abbraccio non aver paura
Autore: Fulvio Ervas
Genere: Narrativa contemporanea
Editore: Marcos Y Marcos
Consigliato: SI
TRAMA ORIGINALE
Il verdetto di un medico ha ribaltato il mondo. La malattia di Andrea è un uragano, sette tifoni. L’autismo l’ha fatto prigioniero e Franco è diventato un cavaliere che combatte per suo figlio. Un cavaliere che non si arrende e continua a sognare. Per anni hanno viaggiato inseguendo terapie: tradizionali, sperimentali, spirituali. Adesso partono per un viaggio diverso, senza bussola e senza meta. Insieme, padre e figlio, uniti nel tempo sospeso della strada. Tagliano l’America in moto, si perdono nelle foreste del Guatemala. Per tre mesi la normalità è abolita, e non si sa più chi è diverso. Per tre mesi è Andrea a insegnare a suo padre ad abbandonarsi alla vita. Andrea che accarezza coccodrilli, abbraccia cameriere e sciamani. E semina pezzetti di carta lungo il tragitto, tenero Pollicino che prepara il ritorno mentre suo padre vorrebbe rimanere in viaggio per sempre. Se ti abbraccio non aver paura è un’avventura grandiosa, difficile, imprevedibile. Come Andrea. Una storia vera.
Se ti abbraccio non aver paura è la storia di un padre e un figlio. È la storia di Franco e Andrea. È la storia di un viaggio alla ricerca di una speranza.
Andrea è un adolescente autistico, stretto nella sicurezza del suo mondo, lontano dalle luci e dalle miserie del nostro. Ma per questo anche relegato in una dimensione diversa, di una diversità che il mondo non fatica a rimarcare in ogni gesto, in ogni sguardo. Andrea lo capisce, perché e sì autistico ma anche sensibile, oltre che forte e bello. Franco, suo padre, convinto che il figlio non abbia bisogno solo di regole e routine, come gli dicono i medici, prende una decisione tanto pazzesca quanto grandiosa: lui e Andrea in giro per le Americhe.
Franco, per mano dell’autore Fulvio Ervas, racconta la storia di questo viaggio meraviglioso, alla ricerca di un rapporto tra padre e figlio, perché anche Andrea merita di vivere esperienze ai limiti, vere e vibranti.
L’idea stessa del viaggio, di quel tipo di viaggio, è di per sé qualcosa di straordinario: girare il mondo come persone “normali”. Ma Franco e Andrea normali certo non sono, e non per la diversità di Andrea, che nell’evoluzione del racconto diventa solo una particolarità, ma per la gioia e l’allegria che danno e ricevono dalle persone che incontrano, in un dare e avere che diventa normale come respirare.
Un coast-to-coast in moto negli Stati Uniti, poi Messico, America Centrale, Brasile, un viaggio fatto di incontri, di tante parole e molti silenzi. Silenzi in cui Andrea spesso cade quando si isola nel suo mondo, mondo in cui Franco vorrebbe entrare ma dove, quasi sempre, trova la scritta “accesso vietato”, perché il mondo di Andrea è fatto di presenze/assenze senza soluzione di continuità.
Non ho potuto non voler bene ad Andrea, al modo tutto suo di toccare la pancia delle persone per stabilire un contatto, eppure il racconto mi ha lasciato un senso di incompiuto. È come se mi aspettassi che, prima o poi, Andrea dovesse fare o dire qualcosa di straordinario, che uscisse dalla sua routine di pezzetti di carta e bottiglie d’acqua bevute a canna, per entrare un po’ di più nel nostro mondo. Ma dall’autismo non si guarisce. Avevo delle aspettative, forse perché accettare le diversità è veramente difficile.
Alcune ambientazioni in America Centrale non mi hanno convinto, le ho trovate un po’ approssimative, in alcuni passaggi facevo fatica a “essere lì”, forse anche perché nella “trascrizione” tra Franco e autore, qualche particolare si è perso.
Lo stile con cui Ervas narra le vicende è gradevole, fatto di frasi brevi dove spesso si vuole raggiungere, con successo, l’effetto. Sicuramente funzionale alla trama e ai contenuti.
È un romanzo che vi farà riflettere e che sta suscitando un sacco di polemiche, ora che i due protagonisti sono diventati famosi.
Realmente autistico o Sindrome di Asperger? Andrea può veramente essere in grado di scrivere da solo messaggi al computer? Quanti genitori si possono permettere di abbandonare tutto come ha fatto Franco?
Non so rispondere, ma posso consigliarvi di leggere questo libro, a prescindere dalle polemiche.